NARCE

Il colle di Narce è il più settentrionale tra i rilievi su cui sorgeva l’antica città falisca e ne è da sempre identificato come l’acropoli, benché manchino, se si escludono le possenti mura, i dati archeologici che rendano certa questa ipotesi. La collina è costituita da un grande cono di tufo articolato su tre ampi gradoni, circondato dalle acque del fiume Treja e del Fosso della Mola di Magliano.

Nel fondovalle gli scavi degli Inglesi, diretti da T. W. Potter, portarono alla luce capanne dell’età del Bronzo, oltre a un recinto funerario con tombe infantili del VII e VI secolo a.C. e rivelarono l’esistenza di una zona artigianale di età repubblicana.

Purtroppo gli scavi inglesi oggi non sono visibili. Ben riconoscibile alla base del colle risulta, invece, l’inizio dell’imponente viadotto antico, realizzato dai Falisci nel VI secolo a.C. per collegare l’abitato di Narce con quello del vicino colle di Monte Li Santi.

Percorrendo il sentiero che sale lungo il versante occidentale del colle è possibile riconoscere i segni degli antichi insediamenti: le cavità con apertura quasi quadrata e il cunicolo, che in passato probabilmente attraversava tutta la collina, sono riferibili ad abitati di età medievale, periodo nel quale il colle di Narce fu ampiamente rioccupato, di origine falisca è invece il tratto di mura che si incontra salendo. Narce, così come Monte Li Santi, doveva essere cinta da più livelli di mura, realizzate, forse nel VI secolo a.C., a secco con blocchi alternati di taglio e di testa, secondo una tecnica documentata in altre parti dell’abitato.

Calcata vista da Narce

Mura di cinta

Uno dei reperti rinvenuti a Narce