IL FIUME TREJA

Fino a 700.000 anni fa, al posto della valle del Treja c’era una grande piana alluvionale nella quale scorreva un grande fiume, l’antico Tevere.

In seguito, l’attività dell’apparato vulcanico sabatino innalzò tutta l’area di almeno un centinaio di metri. Il fiume fu deviato dai materiali depositati nel corso delle eruzioni vulcaniche, e si aprì una nuova strada, a est del Monte Soratte.

Il suo antico percorso venne inciso dalle acque del Treja, che oggi vi scorre seguendo una direzione opposta a quella originaria del Tevere.

Una direzione, da ovest a nord-est, che lascia alle spalle il mare, una condizione insolita, dovuta alle particolarità orografiche dei luoghi.

Le sorgenti del Treja sono localizzate presso il Monte del Lagusiello, nelle vicinanze del lago di Bracciano. Da qui il fiume sfocia nel Tevere, a nord del Monte Soratte, dopo un percorso di circa 36 chilometri, di cui 13 tutelati dal Parco.

A fronte di un’asta fluviale piuttosto breve, il Treja raccoglie l’acqua da un territorio molto vasto, solcato da un reticolo idrografico ricco e complesso.

L’intero bacino si spinge infatti sino al lago di Vico e comprende una superficie di 497 chilometri quadrati. L’origine del nome Treja è da ricercare nella confluenza di tre fossi.

All’inizio del suo percorso il fiume è comunemente noto con il nome di Fosso del Pavone. Poco a monte delle cascate di Monte Gelato, mescola le sue acque con quelle del Fosso della Maggiorana prima e del Fosso Sarnacchiola poi, ed è solo dalla confluenza dei tre fossi che, tradizionalmente, avrebbe origine il Treja, chiamato, per questo, anche Tregia o Triglia.